Appunti letterari: Esistono le letture per sole donne?



Ben ritrovati a tutti, probabilmente molti di voi sono in ferie, altri sono purtroppo ancora a lavoro, altri ancora sono in partenza per le tanto agognate mete estive. Ma una cosa è indubbia. L'estate è sinonimo di divertimento, avventura e fantasia.

Ecco perché "Appunti letterari" questa volta si concentrerà meno su un singolo volume, ma molto di più sull'emozionalità di certe opere. A tal proposito vorrei prendere come esempio i lavori di Renée Ahdieh, che in realtà mi aiuteranno a sviluppare un volo pindarico ben più ampio. Ovviamente non starò qui a fare un copia e incolla della vita di questa autrice, non è questa la missione di oggi, ma cercherò senza tediarvi troppo di farvi capire cosa mi ha portato a leggere i suoi due romanzi, "La moglie del califfo" e "La rosa del califfo". Letture che mi hanno aiutato a dar concretezza ai pensieri esposti nelle prossime righe.

Questi due, ormai possiamo dirlo, bestseller, hanno letteralmente spopolato soprattutto nelle giovani (e non solo) esponenti del genere femminile per una serie di svariati motivi.
Le donne in genere sembrano essere più portate verso il romanticismo, l'amore o comunque le emozioni, quelle in un certo senso più delicate e nobili. E la duologia della Ahdieh è pregna di questi sentimenti, tanto da riuscire a trasportare nelle pagine il lettore come ben pochi scrittori attuali riescono a fare. Atmosfere da mille e una notte, uomini giovani e forti, una ragazza che si innamora del suo aguzzino e quel pizzico di avventura che ci sta sempre bene. Potrebbe essere banale, ma non lo è, o perlomeno non lo è in parte.

Vado quindi a ricondurmi al fatto delle emozioni e di una certa tipologia di libri che ad occhio sembrano esser rivolti esclusivamente ad un pubblico femminile. Parlo con cognizione di causa poiché mi sono avventurato in questi due volumi qualche giorno fa. In realtà mi sono fatto incuriosire dalle impressioni di chi li aveva già avuti per le mani e mi sono lasciato convincere: alla fine sempre libri sono, sempre lettura è, non c'è nulla di male, no?

Bene, mi sono piaciuti. Li ho divorati letteralmente, finiti in una settimana. C'è amore, molta fantasia e comunque quel pizzico di azione che male non fa. Intendiamoci, l'autrice scrive bene ma quello che le riesce meglio è parlare dei sentimenti dei suoi protagonisti, di un amore folle e impossibile.

Detto questo arriviamo al punto. I libri hanno un orientamento? Secondo me no. Perché un uomo non può emozionarsi, fantasticare ed immergersi in questo tipo di volumi senza che la sua virilità gli scivoli dalle mani? Mi spiegate il motivo (parlo con gli ometti) per cui non possiamo fantasticare su questa storia d'amore tra una ragazza del volgo e il califfo del Khorasan? 

Io credo che i libri non debbano necessariamente avere un target, siamo noi a volergliene dare uno a tutti i costi. Ogni tanto leggere di sentimenti puri, veri ed essenziali (perché sia gli uomini sia le donne amano e provano sentimenti, almeno fino a prova contraria) fa bene al cuore, sono nutrimento per l'anima.
Una volta terminata questa lettura sinceramente il mio ego non ne ha risentito.  Non mi sono sentito meno virile o meno uomo nel senso più ampio del termine, anzi: è stato un arricchimento di emozioni che troppo spesso noi uomini assopiamo in nome della nostra mascolinità.

Il consiglio che posso dare a noi baldi giovani -e non- è di lasciarci trascinare da queste storie, perché non portano nulla di male, solo un pizzico di follia nel nostro quotidiano. Non togliamoci il diritto di sognare, di emozionarci solo perché ce lo impone l'etichetta dell'essere uomo. Ogni tanto è giusto lasciarsi andare e farlo con un buon libro è sempre un'ottima idea.

Spero di aver dato dei piccoli spunti di riflessione evitando di scadere nella troppa banalità, cosa mai saggia.

Scusate, ora devo proprio andare a stappare la passata di pomodoro!

Alla prossima! 

Giordano


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