La ricetta del dottor Wasser



Causa periodo di ferie e connessione internet non sempre disponibile, queste settimane aggiornerò il blog come possibile non rispettando gli appuntamenti soliti del resto dell'anno. Vi lascio alla recensione!



Editore: Iperborea
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"Io sono un vincente", così si definisce il dottor Kurth Wasser.
A sentirlo parlare ci troviamo davanti un luminare e un pioniere dei disturbi del sonno nonché un dirigente sanitario di tutto rispetto.
Questa è l'immagine con cui si descrive. Un' ottantenne che fu Don Giovanni, vincitore di qualsiasi quiz a premio e soprattutto forse l'unico che è riuscito, per davvero, ad eludere la realtà e in un certo senso la vita stessa, grazie a quella che può essere definita come "la grande truffa".

Khurt si racconta in questa serie di racconti brevi dove traspare un'unica, quanto potente verità: "la vita un senso non ce l'ha, però glielo si può dare. Forse è quel che ho fatto".

Ed è proprio così, perché il nostro protagonista non è ne Kurth Wasser, non è tantomeno dottore e ancor di meno luminare delle patologie del sonno. In questa raccolta di brevi aneddoti, che si trasforma in un trattato della menzogna, Kent  Andersson, gommista e anonimo cittadino svedese, crea la sua fortuna sulla disgrazia altrui quando, in una scarpata rinviene, oltre il cadavere e la sua motocicletta, i documenti di un ragazzo tedesco neo laureato in medicina. La sliding door è prepotente nel palesarsi e ancora più decisa è la risoluzione (e una buona dose di imprudenza) del giovane svedese: appropriarsi di un'identità non sua nel tentativo di dare una scossa, una sferzata alla sua sciatta esistenza.

Qui iniziano le vicende di un uomo a metà tra l'impostore e il fortunato avventore. Impostore per il suo non convenzionale cambio di vita basato su una continua, grande e profonda menzogna che ogni volta reinventa, adatta e sciorina senza nessuna remora all'interlocutore di turno. Menzogna a cui lui stesso inizia a credere fermamente (tranne rari baluginii di vita passata). Fortunato perché sostanzialmente riesce a condurre una non vita senza che nessuno o quasi riesca a scoprire, o quantomeno porre in dubbio, l'artifizio che il fu Kent Andersson è riuscito a mettere in piedi. 

Lars Gustafsson (scomparso recentemente) ha tirato su un romanzo di pirandelliana memoria, a metà tra "Uno, nessuno e centomila" e "il fu Mattia Pascal" che lascia nel lettore un dubbio: è meglio la vita di un morto o la morte di una vita?

Lo scrittore ci pone indirettamente questo cruccio, ovviamente da non prendere alla lettera, per stuzzicarci verso un quesito comunque non da meno: siamo consapevoli di chi siamo, di quello che facciamo e di cosa cerchiamo? O magari è il caso di prendere in mano la propria esistenza e di provare a cambiare questa noiosa inerzia?

Tra dubbi esistenziali, menzogne e fugaci avventure amorose il dott. Wasser ci guida attraverso la vita di cui si è appropriato. La lettura è veloce, i racconti brevi e il libro si termina veramente con una serata; insomma non annoia assolutamente. E' un'opera a metà tra il filosofico e una lettura frivola che comunque merita la vostra attenzione poiché è molto stimolante.
Il nostro dottore è riuscito a dare un senso alla propria vita grazie alla penna di Lars Gustafsson l'uomo che si definiva come "un filoso alle prese con il giocattolo della letteratura".

VOTO: 8/10

Giordano



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