Stoner


Editore: Fazi editore
Prezzo copia fisica: 12,75 € (Amazon, copertina flessibile)
Prezzo e-book: 9,99 € (Amazon)


Ultimamente è capitato spesso che mi sia imbattuto in libri che parlano di vite comuni, nessun eroe, nessun mostro da battere o fanciulle da salvare. Sono opere che parlano di storie di tutti i giorni e nonostante, all'apparenza, di interessante ci sia ben poco ne resto sistematicamente rapito. E "Stoner" non fa eccezione, anzi.

Siamo nel Missouri, sullo sfondo un' America ancora divisa tra la vita rurale e la forte consapevolezza di dover progredire culturalmente per cercare di avere quella preparazione che il mondo inizia a richiedere. E cosi il nostro giovane Stoner viene spinto dai genitori ad iscriversi all'università, inizialmente affrontata con riluttanza ma poi vissuta con una forza ed intensità difficile da emulare, tanto che si ritrova ad essere professore e a non lasciare mai più le mura scolastiche.


William (il protagonista, non l'autore) è impacciato e rassegnato, quasi in balia degli eventi, un debole. L'unica cosa che probabilmente tiene insieme i pezzi della sua vita è il forte amore per l'insegnamento, che diventa ossessione, un porto sicuro dove approdare quando le difficoltà lo colpiscono con forza. Stoner non fa sostanzialmente nulla per cambiare il vento, affrontando con una passiva unicità tutto quello che gli si para dinanzi. Dall'infelice matrimonio, dall'amore finalmente corrisposto che scivola via, alla figlia con cui non riesce ad instaurare un rapporto degno di tale nome, agli screzi con colleghi e superiori, concludendo con l'ineluttabile incontro con la morte. Come direbbero i più bravi "una vita senza infamia e senza lode", anzi oserei definirlo come un passeggero salito sul proprio treno, uno spettatore della propria vita. 

"Stoner" è una lettura che attraversa le corde del nostro animo delicatamente, propinandoci a piccole dosi emozioni che nel mentre non capiamo a pieno, ma poi a lettura terminata, inglobiamo e facciamo nostre quasi come fossero un dono. Ci troviamo a rapportarci con la rabbia, la tenerezza, l'ostilità, perfino un po' d'odio in alcuni casi. Probabilmente nel mezzo c'è anche un pizzico di paura, non la sua ma quella del lettore: pensare di paragonare la nostra esistenza a quella del protagonista mette, almeno personalmente, angoscia. Si, angoscia e consapevolezza che i giorni il più delle volte scappano via, volano tra impegni ed incombenze e noi non ce ne rendiamo conto. Il più grande insegnamento che questo ragazzotto di campagna divenuto professore mi ha lasciato è il fatto di non rassegnarsi mai, aver coraggio delle proprie scelte e lottare dal profondo per ciò amiamo, praticamente l'antitesi della sua storia. Scontato vero? Non direi, perché quando un'invenzione, quale Stoner è, ci trasmette questa ondata di trepidazione ed eccitazione nonostante la piatta vita raccontata come possiamo parlare di banali asserzioni e frasi populiste?

John Williams, come praticamente tutti gli autori statunitensi, ha una penna asciutta, limpida e cristallina. Con garbo ci narra le vicende di quest'uomo attraversando i suoi giorni con un'avvincente prosa, che rende difficile l'interruzione della lettura. Non so perché nella sua prima pubblicazione questo libro non ha avuto il successo che ad oggi gli è stato riconosciuto, posso provare ad indovinare però: forse ai nostri giorni abbiamo la necessità di "vivere" un qualcosa di ordinario, di usuale, perdendoci nella routine di qualcun'altro e lasciandoci per un attimo alle spalle il triste mondo che stiamo affrontando? 

8,5/10



GIORDANO

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