Rughe, storie di malattia e solitudine

Foto @giordy_89

Traduttore: A. Papa
Editore: Tunué
Collana: Prospero's books
Anno edizione: 2016
Pagine: 98 pagine, Rilegato

Questo volta vorrei "discutere" con voi non di un libro, almeno nel senso stretto del termine, ma di un grapich novel, anche se preferisco chiamarlo con il suo corrispettivo italiano: romanzo grafico.
Non ho le conoscenze fumettistiche adeguate per dare un giudizio tecnico delle vignette ma posso parlarvi del potente messaggio che trasmette Rughe, lavoro di Paco Roca -importante fumettista spagnolo- pubblicato in Italia dalla Tunué.

Quest'opera affronta, con estrema delicatezza e oserei dire quasi "in punta di piedi" un annoso problema, soprattutto dei nostri giorni, dove la vita è sempre più affannosa, avara di sentimenti e momenti di gioia da passare con i propri familiari. Nello specifico l'attenzione dell'autore è concentrata su Emilio, ex impiegato di banca, con un principio di Alzheimer. Suo figlio non può occuparsene o dedicargli le attenzioni che merita e il nostro vecchietto finisce in una casa di cura, dove molti altri anziani sono passati prima di lui.

Emilio affronterà le ripetitive giornate aspettando i momenti del riposo e quelli dei pasti, uniche "botte di vita" nel triste trascorre del tempo. L'autore riesce a trasmettere e portare alla ribalta le problematiche sociali che affliggono la terza età. Entriamo in vortice di immensa solitudine, tristezza e remissione intervallate da quelle piccole soddisfazioni che la vita regala a chi corre verso la fine dei propri giorni: un po' di buona compagnia, magari avendo vicino i propri cari, figli e nipoti.

Rughe è un lavoro eccezionale, porta ad una riflessione continua su temi molto delicati ai quali non prestiamo mai una giusta attenzione, nonostante ci tocchino molto spesso da vicino.

Tutti sappiamo le implicazioni che questa tipologia di malattia porta. Ma vederlo raccontato in un modo semplice, lineare e in alcuni casi addirittura tenero fa sicuramente colpo: il non riconoscere gli oggetti, il non saper vestirsi, non sapere più come usare le cose o riuscire a parlare bene e, in generale, il lento e inesorabile declino dell'uomo fa un grande effetto nelle tavole di questo fumetto (riduttivo chiamarlo cosi).

Sono rimasto colpito perchè personalmente ho vissuto la fine dei giorni di due persone a me care, colpite da alzheimer e so cosa vuol dire, so cosa significa vedere una persona a cui vuoi bene spegnersi senza poter far nulla, se non donarle un po' di conforto e non lasciarle sole, non abbandonarle solo per correre dietro agli affanni di questa maledetta vita, sempre più frenetica e pregna di impegni.

Questo lavoro è un promemoria e Paco Roca tra le righe, vignette in questo caso, sembra ricordarcelo: non lasciamo solo chi soffre. E poi, fatemelo dire: un brivido alla fine l'ho provato. Emilio, assurdamente anche nei tratti somatici oltre che nella malattia che lo ha colpito, ricorda mio nonno. E' il più bel regalo che Rughe potesse farmi.

🌑🌑🌑🌑🌒 (4.75/5)

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Alla prossima!


Giordano    



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